Siamo la Nyumba Ali, "casa con le ali" in lingua swahili, una giovane associazione nata a Bologna e cresciuta sulle fondamenta di una casa famiglia costruita a Iringa nel sud della Tanzania.

2011 - Maggio - Dicembre

2011 - Maggio - Dicembre

 31 dicembre

Buon anno ricordando come eravamo
buon anno sognando come saremo
buon anno con le ali per volare  in ogni dove
buon anno con cene , cenette e cenoni
buon anno  con abili , disabili , diversamente abili
buon anno con propositi e progetti
buon anno con nonni e bambini
buon anno con amici e vicini
buon anno  amici cari


Stanotte sarete tutti  con noi nel silenzio della “ casa con le ali”   senza botti e senza lenticchie .


Bruna ,Lucio, Mage, Ageni, Viki
dada Suku , dada Tuma , dada Zula , dada Sarome , dada Maria ,dada Debora
Monica , Maicol , Alois , Karen, Korin , Zawadi , Salesia , Pio, Priva , Peter , Stivin, Upendo, Josefin, Imma, Patrik, David, Joshua, Beta, Jennifer, Kris
 

10 novembre

 Carissimi

 Il tempo misurato secondo le regole del Sistema Internazionale riserva ben poche sorprese , se e’ vissuto ha un andamento imprevedibile e non lineare; immersa nel mio tempo irregolare, non mi sono accorta che non vi scrivo da mesi e oggi provo a ridare un senso lineare al trascorrere dei miei giorni . Quest’anno molti sogni ,che sembravano irrealizzabili, si sono concretizzati e molti progetti che sembravano gia’ concretizzati sono rimasti semplici pensieri , che ogni tanto riemergono conditi di rimpianto e di amarezza .

 Sogni realizzati : sono venuti nella casa con le ali un neuropsichiatra infantile , il presidente della Nyumba Ali , esperti di C.A.A e mio fratello , da gennaio ad ottobre queste persone si sono davvero materializzate e hanno condiviso cibi , pensieri , sogni , delusioni ,risate ,pianti , strade dissestate , cieli stellati , sorrisi , parole incerte , lacrime , canzoni.

 Francesco B. ci ha tolto molte illusioni sul futuro di Viki e di alcuni bambini del centro , ma ci ha regalato la consapevolezza , ci ha aiutato a guardare negli occhi la malattia mentale e ad averne meno paura , abbiamo imparato nuove parole incarnate per sempre nei volti dei nostri bambini , abbiamo imparato ad accettare sentenze inappellabili , siamo diventati piu’ adulti anche se questa parola applicata a noi puo’ far ridere , piu’ che adulti anagraficamente,e non solo, siamo vecchi.

 Mario, Rossella e Sara : le tombole e le lotterie , gli incontri nelle scuole , il passato , il present

e e il futuro dell’associazione . Viki che faceva da guida a Mario , Mario che incantava Viki , le torte di Rossella ,la sua sensibilita’ , il sorriso speciale di Sara , la gita a Dodoma , gli abitanti di Iringa stupiti del bianco cieco che si muoveva come se ci vedesse ( anche i bianchi sono disabili!?), gli incontri istituzionale e non , le due parti dell’associazione unite nella persona del cosiddetto rappresentante legale , per noi l’amico Mario.

 Francesco ed Elena , gli esperti d i C.A.A e non credevamo possibile avere qua qualcuno in grado di progettare un percorso per Zawadi , di far emergere le potenzialita’ di Pio , di consolidare quelle di Peter . Ora abbiamo un computer , dei sensori , dei programmi speciali e per alcuni dei nostri bambini si e’ aperta la porta della comunicazione tra lo stupore di dade , mamme e nonne . L’informatica e’ entrata nel nostro nuovo gazebo e non sappiamo dove ci portera’ , sappiamo pero’ di poter contare su amici esperti che nel lavoro usano allo stesso modo cuore e intelligenza

 Patrizio , la mia famiglia d’origine , il “fratellino” piu’ alto di me , il tassello che mancava nella mia seconda esistenza , Patrizio che ci ha ascoltato , consolato col fungo velenoso , Patrizio che vede diversamente le cose perche’ e’ sempre piu’ in alto di noi , Patrizio che ha costruito un legame speciale con Ageni , Patrizio che ha sperimentato la nostra nuova vita e l’ha capita .

 Quattro sogni realizzati nello stesso anno , quattro esperienze diverse e uguali , quattro periodi straordinari vissuti nella quotidianita’ , quattro esperienze che bilanciano delusioni , incomprensioni , sofferenze e aspettative deluse.

 Falsi amici , persone che abbiamo ospitato e che non dicono neanche grazie , promesse non mantenute , furti , imbrogli , corruzione , stanchezza e solitudine , ma il piatto della bilancia pende dall’altra parte e nel bilancio il segno resta positivo .

 Un abraccio

 Bruna

 

 22 agosto

Vacanze, formazione e gite

Carissimi,

Leggo sui quotidiani on line che in Italia ci sarà un caldo africano e mi viene da ridere, forse non abito in Africa perché qui c’e’ freddo, freddo mattutino e serale , freddo da felpa e da due coperte nel letto . Mi dispiace per la vostra Africa , la mia ha un clima molto gradevole, la savana e’ secca , non abbiamo più il prato verde ma stupende bouganville e il cielo e’ sfacciatamente azzurro e blu.

Il clima in casa e’ come quello esterno , sono stati con noi Mario, Rossella e Sara, e’ difficile raccontare l’emozione di avere qua chi da sempre ci segue e che ora porta il peso della responsabilità dell’associazione . Abbiamo progettato il futuro , aggiustato un po’ il presente, girato per villaggi , incontrato cooperanti e volontari e soprattutto condiviso gli abbracci di Mage , i baci moccolosi di Viki e i preziosi sorrisi di Ageni.

Abbiamo accolto molti pellegrini in terra tanzaniana , li abbiamo accolti col cibo preparato da Rossella , abbiamo ascoltato storie , risposto a domande, ci siamo commossi insieme a loro nel vedere Zawadi scrivere, Salesia camminare a fatica, Piosorridere felice e Imma chiamare tutti mama . Non e’ facile reggere il ritmo di una casa aperta , avere le pareti trasparenti , ascoltare quando si desidera solo dormire ; il turbinio di persone e di parole,a volte, fa desiderare il silenzio , ma quando ci sono gli amici coi quali dividere anche la fatica , tutto diventa più semplice e alla fine c’e’ sempre la certezza che tutto questo e’ impresa di tutti.

Di questo straordinario periodo voglio raccontarvi il corso di formazione e la gita scolastica: mi piacerebbe avere più tempo per mettere in ordine i pensieri e gli avvenimenti, non riesco più a vivere in una dimensione temporale ordinata e logica, probabilmente la mia esistenza sta seguendo linee frattali.

Per la seconda parte del corso di formazione ci siamo trasferiti da Ilula a Mgongo perché Fausta non poteva più garantire la traduzione simultanea , la nuova sistemazione era all’altezza della precedente , le corsiste hanno lavorato con impegno e padre Jose’ e’ stato un prezioso traduttore-mediatore culturale . Sono ritornate le docenti Rosa e Viviana assieme ad una nuova docente Nicoletta, un team notevole, preparato, entusiasta , per noi sono stati giorni un po’ frenetici , alleviati dal vedere le nostre dade far lezione e le corsiste diventare sempre più consapevoli del proprio ruolo e l’azione( inconsapevole) prendere sempre più forma ( consapevole ) . Il corso rende meno utopico il progetto di far volare il centro con ali africane .

La scuola di Ageni ha organizzato una gita scolastica a Dodoma per assistere ad una seduta del Parlamento , sistemazione africanamente spartana e per Ageni il problema insormontabile legato ai servizi igienici ( il classico buco..) . Abbiamo cercato un albergo con strutture per disabili e abbiamo deciso di andare anche noi con Mario , Rossella e Sara : saremmo stati quasi invisibili per tutto il giorno e la sera ci saremmo materializzati per portare Ageni in albergo .

Quando Ageni ha capito che avrebbe potuto andare in gita senza patire l’umiliazione di dover rendere pubblica la sua incontinenza si e’ illuminata tutta e ci ha regalato un meraviglioso sorriso.

Le corriere affittate dalla scuola erano dei veri catorci , issarvi Ageni e’ stata impresa eroica di Lucio . La strada per la capitale e’ sterrata , si scavalcano montagne , si arriva alla diga della centrale idroelettrica , per motivi oscuri e’ vietato fotografare e fermarsi e per transitare occorre un pass che permette l’apertura dei cancelli che chiudono l’unica strada che porta a Dodoma . Misteri dei servizi segreti tanzaniani ? ricordi della guerra fredda? Paura di attentati? Noi abbiamo obbedito al divieto ma un poliziotto ci ha accusato di aver fotografato e ci ha portato nella stazione di polizia , sperduta nella savana . pensieri foschi e un po’ romanz eschi : sequestrati 5 italiani accusati di spionaggio , chissà quanto dovremo pagare di tangente , siamo ostaggi , forse e’ scoppiata la guerra tra l’Italia e la Tanzania . mi sono trasformata in diplomatica , veste che mi sta un bel po’ stretta e tra blandizie, sorrisi, verità che sembravano bugie e bugie che sembravano verità ho ottenuto gratis la nostra liberazione , accompagnata persino dalle scuse del poliziotto capo . Noi siamo arrivati a Dodoma nel primo pomeriggio , Ageni e compagne di scuola in serata perché la corriera si e’ rotta tre volte , la sera la prima sorpresa : l’albergo non ha barriere architettoniche nei luoghi comuni ma e’ impossibile entrare in bagno con la sedia a rotelle . Risolviamo tutti i problemi logistici e ci godiamo la cena di compleanno di Mario . Il giorno dopo assistiamo increduli alla disorganizzazione dei docenti tanzaniani , provando comunque una grande invidia perché in tre accompagnano 140 studentesse e nessuna si perde , nessuna brontola ; davanti al parlamento studenti da tutta la Tanzania e silenzio rispettoso , un silenzio di cui noi abbiamo perso memoria.

A noi non e’ consentito entrare , ci trasformiamo in turisti in un luogo dove di turistico non c’e’ nulla e ce la caviamo benissimo , Lucio ed io ci godiamo la giornata con gli amici e una rara dimensione di coppia.

Un abbraccio

Bruna

 ~

  26 maggio

Monica e Salesia: un nuovo inizio

Carissimimmm

Due storie che spero vi aiutino a reggere la situazione italiana , due storie che non so se saranno a lieto fine , so che sono a lieto principio.

Ricordate Monica , la sorella minore di Mage? l’abbiamo ritrovata (lettera del 28 settembre 2008), persa, ritrovata, ha avuto un bambino e ogni tanto compariva per salutare .
Una domenica l’abbiamo vista a Mgongo , tornata a vivere dalla zia perche’ il “ marito” l’aveva selvaggiamente picchiata, niente piu’ aria da donna vissuta, vestiti tradizionali, il bambino sulla spalle. Radio dade racconta che il marito e’ un violento, che forse si droga, di sicuro beve, racconto senza nota di scandalo nella voce tanto e’ la storia di molte donne , nulla di nuovo sotto il cielo di Iringa; dopo pochi giorni l’aggiornamento: il marito di Monica, guidando ubriaco e senza patente, ha ucciso una donna, e’ scappato ed ora e’ ricercato dalla polizia .
Che destino strano, la sorella disabile e’ serena, non sospetta neppure l’esistenza della cattiveria umana, ama tutti e tutto, la sorella normale e’ normale nella cattiva sorte, niente serenità, niente amore, solo botte. Sono tormentata dal ricordo di quella bambina che cercava la mia mano, sono tormentata dal pensiero di averla separata dall’unica persona che le voleva bene, sono tormentata dal debito che so di non aver pagato.
Non ascolto nessuna voce razionale, vado nel villaggio a cercare Monica, la trovo in una capanna semidistrutta intenta a rimestare, col bambino sulle spalle, l’immancabile polenta, immagine che per qualcuno e’ da cartolina etnica , ma che per me e’ immagine di quella miseria che non ha nulla di poetico. E’ felice di vedermi , confusa , non sa cosa offrirmi , le dico che sono io che ho da offrirle qualcosa e glielo spiego . Gli occhi si illuminano di gioia, sp

unta un sorriso, corre a chiamare la zia nei campi, non puo’ decidere lei della sua vita . Monica e’ semianalfabeta, ha frequentato sino alla quarta ma non ha fatto l’esame, senza licenza non si trova lavoro, senza licenza non si puo’ sperare in un futuro diverso. Le ho proposto di vivere a Iringa , di frequentare la scuola per ragazze madri , di prendere la licenza elementare , poi si vedra’ , noi ci faremo carico del suo mantenimento, lei dovra’ studiare e dare una mano a casa nostra quando ne avremo bisogno.

La zia e’ stata d’accordo subito e cosi’ Monica ora vive con suo figlio in una stanza in affitto, frequenta la stessa scuola della sorella di Zula e il sabato si siede in veranda a fare esercizi di aritmetica, che poi io correggo .
Abbiamo pagato il nostro debito, ora il futuro di Monica e’ nelle mani di Monica.

Salesia e’ il nome di una bambina di un villaggio lontano da Iringa, Salesia e’ figlia di una donna disabile fisica e mentale, Salesia e’ la fotocopia della madre anche nella disabilita’ . Da tempo le volontarie di Alm ci chiedono di intervenire , da tempo noi diciamo che non siamo in grado di ospitare una quarta bambina disabile , che il villaggio e’ troppo lontano per pensare al centro diurno , insomma da tempo tergiversiamo nella speranza di trovare una soluzione.

Ci portano la bambina e quegli occhi ci costringono a trovare una soluzione : per alcuni mesi vivra’ da un parente a Iringa e noi cercheremo di insegnarle a camminare .

Salesia si trasferisce con la mamma dal parente che, dopo pochi giorni, le caccia. Non so cosa fare , Salesia e’ dolcissima , una piccola creaturina che sembra chiedere scusa di essere nata, lo so che non possiamo aiutare tutti quelli che incontriamo, lo so che non e’ responsabilita’ mia se non ci sono strutture, lo so che devo ragionare prima di buttarmi nelle imprese, lo so che il destino di Salesia non e’ solo affar mio, ascolto sempre la mia voce ragionevole , ma io non voglio mica aiutare tutti, io adesso voglio aiutare solo Salesia , non mi pare di chiedere troppo, e’ una bambina, non e’ cento bambini!Vado in palestra , mi siedo sul materasso , guardo le dade e dico “cosa facciamo? Salesia deve tornare al villaggio “ e dada Zula dice “la ospito io” .
Sto gia’ delirando , non capisco piu’ le frasi elementari , chiedo di ripetere, ho capito bene . Salesia ora vive a casa di Zula che le ha dato persino un letto con materasso nuovo, ogni sera piange e cerca la mamma, ma poi si consola perche’ il giorno dopo potra’ giocare nella nostra palestra. Anche mama Salesia piange , non puo’ stare senza la sua bambina ma quando le dicono che sta imparan

do a camminare sorride e dice “ l’aspettero’ qui a casa” . In tutti questi anni qui a Iringa non ho mai visto una mamma cosi’ mamma come mama Salesia .

Un abbraccio
Bruna

23 maggio

Carissimi
non posso aspettare di avere il tempo per una lettera meditata , voglio rendervi partecipi subito di cosa e' accaduto stamattina .

David che vive prigioniero del suo mondo , che non guarda nessuno , che non si relaziona con nessuno stamattina ha guardato Pamela , le ha sorriso e ha giocato a modo suo con lei. Lacrime di gioia , le dade stupite a guardare David che comunicava con Pamela

.Zawadi ha scritto delle frasi con la tastiera virtuale del computer , tastiera comandata da un pulsante che aziona col piede ...e per oggi credo sia sufficiente!

Un abbraccio

Bruna

P.s.: Pamela e' una ragazza in servizio civile presso ALM nel villaggio di Kiwere , oggi e' venuta a vedere il nostro centro